PADRE MICHELANGELO C. - San Francesco Grande - Padova

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FRATELLI ILLUSTRI A PD
Padre Michelangelo Carmeli (1706-1766)
 
Padre Michelangelo Carmeli, illustre figlio di san Francesco, nacque il 27 settembre 1706 a Cittadella. Divenuto membro dell’ordine dei Minori Osservanti a Verona, vestì l’abito nel convento di Motta di Livenza. Studiò filosofia a Verona e teologia a Padova dove si laureò, ampliando le sue conoscenze con l’apprendimento dell’ebraico, del greco e delle lingue orientali in genere.
Fu tra i maggiori rappresentanti della cultura sacra e profana dei Minori francescani del secolo XVIII e vi ricoprì incarichi di alta responsabilità: ministro provinciale, definitore provinciale, visitatore generale. Fu molto attivo anche al di fuori dell’ambiente conventuale: professore di lingue orientali nell’Università di Padova, glottologo “dottissimo” e membro delle più importanti accademie italiane.
Grande erudito, tradusse e annotò l’intera produzione teatrale di Euripide e si dedicò alla stesura di una Storia di vari costumi sacri e profani, che vide ben tre edizioni.
Padre Carmeli, nella sua veste di superiore provinciale, ebbe il grande merito di autorizzare e realizzare importanti restauri nel grande convento di San Francesco Grande e di realizzare il disegno, vagheggiato da lungo tempo, di fondare nel convento una biblioteca, con centinaia di volumi per l’applicazione negli studi dei confratelli. Attuò il suo sogno grazie all’aiuto di amici e con l’onorario ricevuto dall’Università superò i problemi economici. Dunque nel 1753, su disegno del veneziano Camerata d’Andrea, sorse dalle fondamenta l’aula per la biblioteca che, dal fondatore, prese il nome di Carmeli.
Tre francescani conversi intagliarono le cornici, i capitelli, i basamenti, le intrecciature dei grandi e artistici scaffali in legno che rivestivano completamente le alte pareti con balconate alle quali si accedeva mediante scalette ricavate all’interno degli scaffali stessi.
Il pittore veronese Giuseppe Gru fu incaricato di affrescare tutti gli spazi vuoti del soffitto con scene e figure mitologiche e allegoriche: poesia, grammatica, retorica, etica, musica. Attorno a fregi e “svolazzi” iscrizioni in greco ed ebraico, dettate dallo stesso Carmeli per spronare i giovani al raggiungimento del sapere. La splendida biblioteca, dopo quasi otto anni di lavoro, fu aperta al pubblico il 20 febbraio 1766. Contava 22 mila volumi ed era ricca soprattutto di opere filosofiche e storiche.
Michelangelo Carmeli fu, in vita, assai stimato e benvoluto e apprezzato dallo stesso pontefice Clemente XIII, Carlo Rezzonico, che lo aveva frequentato quando era vescovo di Padova.
La morte lo colse a 60 anni, nel convento di San Francesco, il 15 dicembre 1766. Ebbe sepoltura nella tomba comune dei frati Francescani. 
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