S.GIOVANNI DA CAPESTRANO - San Francesco Grande - Padova

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FRATELLI ILLUSTRI A PD
Nel convento di San Francesco
Fratelli illustri di ieri e di oggi
 
 San Giovanni da Capestrano (1386-1456)
 
Giovanni da Capestrano, abruzzese, era un magistrato di grande capacità e nel 1411 rivestì la carica di governatore di Perugia, per incarico del signore del regno di Napoli. Allo scoppio della contesa tra i Malatesta di Rimini e i perugini, cadde in un’imboscata e fu rinchiuso in una torre, in attesa di essere giustiziato. Il suo temerario tentativo di fuggire, calandosi da un’alta finestra, fallì ed egli fu incatenato in un sotterraneo buio e umido.
Durante la prigionia, si dice abbia avuto la visione di san Francesco che lo indusse a cambiare totalmente la sua vita. Giovanni ottenne la libertà “a peso d’oro” sborsando 400 ducati. Tutto quanto possedeva fu venduto. Egli si allontanò dai suoi cari, lasciò la fidanzata ed entrò, il 4 ottobre 1416, nel convento dei frati Minori del Monte, presso Perugia, dove fino all’età di quarant’anni si dedicò agli studi. In seguito intraprese una vita di predicazione, confessando e convertendo migliaia di peccatori e viaggiando senza posa.
Forte degli insegnamenti di san Bernardino da Siena, che gli fu maestro, e del sostegno costante di Giacomo della Marca, che gli fu condiscepolo, percorse l’Italia per 26 anni e dappertutto fu ricevuto con onore ed entusiasmo dalla nobiltà e dal popolo.
In più occasioni, quale Francescano dell’Osservanza fu a Padova nei conventi di San Francesco e del Santo. Osservanti e Conventuali avevano infatti un unico ministro generale e fu per questo che Giovanni partecipò al capitolo tenuto al Santo.
La sua vita fu costellata di incarichi in tutta Italia, nell’Europa settentrionale e orientale, in particolare in Ungheria orientale, cioè in Transilvania, dove era consigliere del governatore.
La sua predicazione era volta al rinnovamento dei costumi cristiani, a combattere l’eresia e a convertire eretici, ebrei e ortodossi greco-orientali. Operò fra tedeschi e slavi ai tempi dell’occupazione di Costantinopoli a opera dei Turchi (1453).
Nel 1456 fu incaricato dal papa, insieme ad altri frati, di predicare la crociata contro l’Impero Ottomano che aveva invaso la penisola balcanica. Percorrendo l’Europa orientale, riuscì a raccogliere decine di migliaia di volontari, alla cui testa partecipò all’assedio di Belgrado, nel luglio di quell’anno, incitando i suoi uomini all’assalto decisivo con le parole di san Paolo: «Colui che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento». L’esercito turco fu messo in fuga e lo stesso sultano Maometto II venne ferito.
Con il coraggio e la parola di Gesù e il suo esempio di vita instancabile viene ricordato come uno dei “salvatori” dell’Occidente.
Morì nel convento dei Minori di Illok in Ungheria nel 1456. Il suo culto come beato fu confermato il 19 dicembre 1650; fu canonizzato il 16 ottobre 1690. 
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