Presentazione - San Francesco Grande - Padova

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IL RITORNO 1914-2014
In questi giorni è stato pubblicato un libretto che racconta la storia di questi 100 anni, dal 1914 all'anno attuale 2014. Per ricordare il Centenario del ritorno dei frati a San Francesco Grande di Padova e i seicento anni di presenza.

E' suddiviso in due parti:

PRIMA PARTE a cura di Antonia Dalla Costa
  1. LA CHIESA DI SAN FRANCESCO GRANDE - Un pò di storia
  2. OSPEDALE, CHIESA E CONVENTO: La cittadella francescana
  3. OSPEDALE, CHIESA E CONVENTO - Lampliamento del Cinquecento
  4. LA DOMINAZIONE FRANCESE - Rapporti tra Chiesa e Regno d'Italia

SECONDA PARTE a cura di Antonia Dalla Costa e Pattrizia Redivo Zaglia
  1. Dal 1914 al 2014 - I parroci francescani dopo il ritorno
  2. Padre Berardo Guerra (1914 - 1934)
  3. Padre Mariano Girotto (1814 - 1934)
  4. Padre Leone Rosato (1972 - 1986)
  5. Padre Matteo Salvadori (1986 - 1995)
  6. Padre Francesco Indico (1995 - 2000)
  7. Padre Angelo Visentin (2000 - 2011)
  8. Padre Vittorio Bellè (dal 2011)

NEL CONVENTO DI SAN FRANCESCO - Fratelli illustri di ieri e di oggi
  • San Giovanni da Capestrano (1386 - 1456)
  • San Giacomo della Marca (1393 - 1476)
  • Beato Bernardino Tomitano (1439 - 1494)
  • Venerabile Antonio Pagani (1526 - 1589)
  • Padre Francesco Macedo (1596 - 1681)
  • Padre Antonio Maria Bianchi (1630 - 1694)
  • Padre Michelangelo Carmeli (1706 - 1766)
  • Beato Claudio Granzotto (1900 - 1947)
  • Frate Guido Vivaldi (1923 - 1995)

PRESENTAZIONE
di Padre Vittorio Bellè, parroco di san Francesco
Mi hanno sempre colpito, fin da ragazzino, le eloquenti espressioni del testo biblico del Siracide che tesse l’elogio «degli uomini illustri che ci furono padri nella storia... la loro discendenza rimane per sempre e la loro gloria non sarà cancellata (Sir. 44,1ss)». Proprio da qui la spinta data alla comunità parrocchiale di San Francesco Grande a “fare memoria” del duplice evento vissuto nel 2014: i seicento anni di presenza dei Frati Minori in questo piccolo angolo di Padova, la “cittadella francescana”, come qualcuno l’ha voluta amabilmente definire, e i cento anni del loro ritorno in questo luogo, dopo il doloroso e forzato esilio napoleonico.
Il 25 ottobre 1414 avvenne la posa della prima pietra dell’ospedale cittadino, voluto e realizzato dai coniugi Baldo Bonafari e Sibilia de’ Cetto, appartenenti al Terz’ordine francescano. Quest’opera venne affidata alla cura spirituale e assistenziale dei frati Minori dell’Osservanza, riforma francescana realizzata solo qualche decennio prima da san Bernardino da Siena. L’ospedale di San Francesco, quest’opera benemerita, è sbocciata come un fiore di carità con una sensibilità prettamente francescana, riportando i frati di san Francesco ai primordi dell’ordine, attuando quanto il Serafico padre ha lasciato nel suo testamento: «Il Signore concesse a me, frate Francesco, d’incominciare così a far penitenza poiché essendo io nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia».
Ripercorrere quindi seicento anni di storia francescana ci aiuta a cogliere la vitalità di una molteplice attività caritativa, culturale e apostolica di tanti religiosi che hanno vissuto in questo convento: storia in parte scritta, ma molto resta ancora da investigare e illustrare.
Dopo il forzato esilio napoleonico, i frati ritornarono qui a San Francesco il 4 gennaio 1914 grazie alla provvidenziale e risoluta volontà del vescovo mons. Luigi Pellizzo. Questo libro è una ricerca su cento anni di un “ritorno” per poter continuare a scrivere pagine di vita cristiana e francescana, inserite nel contesto cittadino di Padova. È quanto si è voluto offrire ai lettori con la stampa di questo volume.
Ringrazio vivamente quanti si sono impegnati per realizzare questo spaccato di storia della nostra “Cittadella francescana”: le professoresse Antonia Dalla Costa e Patrizia Redivo Zaglia, il giornalista Lorenzo Brunazzo e la Difesa del popolo, con il suo direttore Guglielmo Frezza. Ma soprattutto vorrei esprimere il mio “grazie” riconoscente alla Fondazione della Cassa di risparmio di Padova e Rovigo che si è accollata le spese della stampa di questo volume.
Con l’augurio che questo prezioso lavoro rimanga memoria viva del duplice evento e aiuti noi, oggi, a far tesoro della preziosa eredità tramandataci dai nostri antenati.
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